Stai per buttare un vecchio computer o un televisore a tubo catodico e una domanda ti attraversa la mente: “Ma dentro ci sarà davvero dell’oro?” La risposta è affermativa, anche se più complicata di quanto sembri. I dispositivi elettronici contengono oro da vecchi elettrodomestici davvero, nascosto in quantità ridotte ma misurabili, soprattutto nelle schede madri, nei connettori e nei contatti. Non è una leggenda: l’industria elettronica ha utilizzato e continua a utilizzare questo metallo prezioso perché resiste all’ossidazione e garantisce conducibilità affidabile nei circuiti più delicati. Tuttavia, il valore reale dipende da dove cercarlo, in quali apparecchi ha senso focalizzarsi e soprattutto come gestire il recupero senza illusioni sulla ricchezza immediata.
Prima di tutto, uno sguardo ai numeri: secondo i dati di ricerca, da 100 vecchi telefonini si possono estrarre 9 chili di rame, 250 grammi di argento e 25 grammi d’oro. Una tonnellata di rifiuti elettronici contiene almeno 10 volte più oro di una tonnellata di minerale da cui viene estratto l’oro stesso. Se da un lato questi numeri sembrano interessanti, dall’altro mostrano che la ricchezza ha senso solo in una prospettiva di riciclo su larga scala, non nel progetto fai-da-te del singolo. Nonostante ciò, capire dove trovare davvero l’oro dentro i tuoi vecchi dispositivi e cosa farne è importante sia dal punto di vista pratico sia ambientale.
Perché l’oro si nasconde dentro i tuoi vecchi dispositivi
L’oro non si trova negli elettrodomestici per caso. L’industria elettronica lo ha scelto intenzionalmente per proprietà chimiche e fisiche uniche: il metallo non ossidata, mantiene la conducibilità nel tempo e garantisce contatti affidabili anche dopo centinaia di cicli di inserimento-estrazione. Nei vecchi apparecchi, soprattutto quelli prodotti tra gli anni Ottanta e Duemila, l’uso dell’oro era ancora diffuso. I produttori non badavano tanto ai costi quanto alla qualità e alla durabilità. Con il tempo, le pressioni economiche e ambientali hanno spinto verso materiali alternativi o verso una riduzione drastica dello spessore delle placcature auree, ma nei vecchi dispositivi la quantità è ancora significativa.
Questo significa che ogni apparecchio che hai in casa e che non usi più contiene frazioni di un metallo che conserva valore nel tempo. A differenza di materiali che si degradano o perdono proprietà, l’oro nelle schede circuitali rimane stabile e recuperabile. Non è dunque sorprendente che università e centri di ricerca in tutto il mondo abbiano iniziato a sviluppare metodi sempre più sofisticati per estrarre oro da questi rifiuti elettronici in modo sicuro ed ecologico.
In quali apparecchi vale davvero la pena cercare
Ogni elettrodomestico non è uguale agli altri quando si tratta di contenuto aureo. La distinzione fondamentale è tra dispositivi elettronici complessi e elettrodomestici semplici.
Nei dispositivi ricchi di componenti elettronici troverai la maggiore concentrazione di oro:
- Computer fissi e laptop: schede madri, RAM, CPU, connettori PCI, slot di alimentazione.
- Smartphone e tablet: circuiti stampati, connettori, contatti SIM, slot di memoria.
- Telefoni fissi professionali, centralini e apparecchi da telecomunicazione: costruiti con standard industriali e quindi con più metalli preziosi.
- Apparecchi audio-video di qualità: vecchi lettori CD/DVD, amplificatori, apparecchiature da studio con connettori e prese dorate.
Al contrario, negli elettrodomestici domestici comuni l’oro è assente o presente in tracce irrisorie:
- Lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, forni tradizionali utilizzano principalmente rame, alluminio e acciaio, metalli utili ma non preziosi come l’oro.
- Motori elettrici, resistenze e bobine sono realizzati con questi materiali più economici.
Una differenza importante emerge anche nel confronto tra elettronica di consumo moderna e vecchia. I produttori contemporanei tendono a ridurre significativamente l’uso di materiali preziosi per abbassare i costi di produzione. Un computer del 2024 contiene meno oro di un modello del 1995. Questo rende gli apparecchi datati, specialmente quelli con più di 15-20 anni, molto più interessanti dal punto di vista del recupero.
Dove si nasconde l’oro dentro i componenti
Sapere che l’oro esiste non basta: bisogna capire dove cercarlo fisicamente dentro i dispositivi.
Le placcature sulle schede elettroniche
Le schede circuitali stampate (PCB) contengono oro sotto forma di placcature sottili. I cosiddetti “gold fingers”, cioè i bordi dorati dei connettori, sono la forma più visibile e riconoscibile. Questi bordi permettono contatti stabili quando inserisci una scheda RAM in uno slot o una scheda di espansione in una porta PCI. Sui vecchi computer, queste placcature erano più spesse rispetto ai modelli moderni, quindi il valore recuperabile era superiore.
Connettori e punti di contatto
I pin dorati si trovano su:
- Connettori della CPU (i pin che collegano il processore alla scheda madre).
- Slot RAM (i contatti verticali che permettono il collegamento tra memoria e circuito principale).
- Porte di alimentazione e connettori seriali.
- Contatti su schede di qualità professionale e militare.
Negli smartphone, i contatti dorati si nascondono nei punti di connessione della batteria, nei connettori di ricarica e nei contatti SIM. Le prese jack audio dorate su apparecchi audio di fascia alta rappresentano altro oro recuperabile, anche se spesso in quantità più ridotta rispetto ai circuiti stampati.
Componenti speciali e microchip
Alcuni vecchi chip con piedini dorati o “cappucci” con parti auree sono stati utilizzati specialmente in apparecchiature industriali, militari o da telecomunicazione. Questi componenti, più rari e preziosi, rappresentano il “fiore all’occhiello” per chi cerca davvero oro negli apparecchi dismessi.
A occhio nudo, il vero oro ha un colore stabile, luminoso e leggermente diverso dal giallo plasticato che vedi su connettori economici. Se tocchi un connettore dorato e il colore sfuma o appare consumato, potrebbe essere una semplice verniciatura. L’oro vero mantiene la lucentezza anche dopo anni.
La realtà: quanta ricchezza c’è davvero
Un errore comune è pensare che smontare il vecchio computer e vendere l’oro ricavato ti farà diventare ricco. La verità è molto più sfumata.
Il mito della miniera domestica
Un tipico computer contiene pochi decimi di grammo di oro, spesso meno. Una scheda madre può contenere tra 0,1 e 0,5 grammi di oro puro, cifra che varia enormemente in base al modello, all’anno di produzione e alla qualità del dispositivo. Se oggi l’oro vale circa 60-70 euro al grammo, capirai che un singolo computer non rappresenta un grande affare economico. Il valore reale emerge solo quando accumuli decine o centinaia di dispositivi e li affidi a centri di riciclo specializzati, che possono concentrare e processare il materiale su scala industriale.
Differenza tra valore teorico e valore recuperabile
Esiste una differenza cruciale tra il valore dell’oro contenuto (teorico) e il valore che puoi effettivamente recuperare (pratico). Quando estrai oro da un circuito stampato, ne perdi una parte durante il processo; inoltre, devi spendere tempo, denaro e fatica per l’operazione. Se tenti un’estrazione casalinga con acidi, i costi per le attrezzature e i prodotti chimici possono superare il valore dell’oro stesso, senza contare i rischi per la salute e l’ambiente.
I costi nascosti del fai-da-te
Se decidi di tentare un’estrazione domestica, dovrai considerare:
- Tempo per smontare ogni apparecchio e separare i componenti.
- Attrezzatura specializzata (bacinelle resistenti agli acidi, filtri, dispositivi di protezione).
- Prodotti chimici pericolosi: acidi concentrati, reagenti specifici.
- Costi di eliminazione dei rifiuti generati dal processo.
- Rischi sanitari legati alla manipolazione di acidi forti.
Per questo motivo, la soluzione più conveniente è separare manualmente le parti di valore (schede madri, connettori ricchi di oro, cavi di rame) e venderle a centri specializzati, piuttosto che tentare l’estrazione chimica.
Cosa fare (e cosa assolutamente evitare)
La gestione consapevole dei vecchi dispositivi non è complicata se segui il percorso giusto.
Come procedere in autonomia in sicurezza
Puoi smontare con semplicità un vecchio computer o dispositivo per separare le parti più preziose. Con un cacciavite semplice, estrai la scheda madre, il disco rigido, la RAM e qualsiasi circuito stampato visibile. Metti da parte questi componenti e accumula quelli di più apparecchi. Non è necessario estrarre l’oro: le schede madri intere hanno valore e possono essere vendute a rottamai specializzati o centri di riciclo che sanno come processarle.
A chi rivolgersi
I centri di raccolta RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) sono il punto di partenza. Molti di questi centri pagano per schede madri di qualità, cavi di rame e altri componenti preziosi. Prima di portare i tuoi materiali, telefona e chiedi:
- Se acquisiscono schede madri e a quale prezzo per unità o per chilogrammo.
- Quali sono le condizioni (schede complete, funzionanti o no, ecc.).
- Se offrono ritiro a domicilio per quantità significative.
Piccoli rottamai specializzati in elettronica possono essere alternativi validi. Alcuni operano su scala locale e hanno relazioni dirette con impianti di estrazione di metalli preziosi.
Cosa evitare assolutamente
Non tentare esperimenti chimici domestici per estrarre l’oro. I procedimenti utilizzano acidi concentrati e persino cianuro in alcuni metodi industriali, sostanze estremamente pericolose per la pelle, i polmoni e l’ambiente. Un errore può causare lesioni gravi o inquinare il suolo e le falde acquifere.
Non smaltire nel secco indifferenziato: è illegale e i componenti elettronici rilasciano sostanze tossiche che inquinano. Non abbandonare mai i dispositivi: il danno ambientale è reale e grave.
Il valore ambientale di una scelta consapevole
L’aspetto dell’oro nascosto nei vecchi dispositivi non è solo economico. C’è un elemento ambientale ancora più importante.
Ridurre l’estrazione mineraria
L’estrazione tradizionale di oro da miniere è incredibilmente impattante: consuma enormi quantità di acqua, genera rifiuti tossici e comporta danni ecosistemici significativi. Se il 20% dei 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici scartati ogni anno viene riciclato correttamente, il recupero di oro e altri metalli riduce la necessità di nuove miniere. Ognuno dei tuoi vecchi dispositivi smaltiti correttamente contribuisce a questa filiera virtuosa.
Il ruolo del singolo nella filiera
Quando porti i tuoi apparecchi a un centro di raccolta RAEE, non stai buttando spazzatura: stai alimentando una catena di recupero che concentra, separa e valorizza i materiali preziosi. I centri specializzati raccolgono migliaia di device, li processano industrialmente e recuperano oro, argento, rame e terre rare che verranno reintrodotti in cicli produttivi nuovi. È uno dei pochi modi in cui il singolo cittadino contribuisce davvero a un’economia circolare.
Comportamenti pratici che fanno differenza
- Accumula più dispositivi prima di portarli al centro: permette al riciclatore di procedere con economie di scala.
- Se hai un lotto di schede madri, valuta di venderle insieme a operatori specializzati piuttosto che come singoli pezzi.
- Chiedi informazioni sui prezzi pagati: maggiore consapevolezza incentiva il riciclo consapevole.
La Tecnologia dell’estrazione attraverso processi biotecnologici rappresenta il futuro: ricercatori dell’ETH di Zurigo e dell’Università Nazionale di Singapore hanno sviluppato metodi che utilizzano nanofibrille proteiche da scarti lattiero-caseari e spugne speciali in grado di estrarre oro con efficienza del 99,5-99,9%, trasformando al contempo la CO2 in materiali a valore aggiunto.
Quando butti il prossimo apparecchio, saprai cosa fare
Torniamo alla scena iniziale: stai per liberarti di un vecchio computer, uno smartphone o un televisore. Ora la prospettiva è completamente diversa.
Primo: sai che dentro c’è davvero oro da vecchi elettrodomestici, non è una leggenda, ma la quantità è piccola e il valore economico immediato è modesto.
Secondo: capisci che il valore reale nasce dalla filiera di riciclo organizzato, non dal tentativo casalingo di estrarre chimicamente il metallo. I centri specializzati hanno le competenze, l’attrezzatura e le autorizzazioni per farlo in modo sicuro ed efficiente.
Terzo: puoi agire concretamente: smonta facilmente le parti principali (scheda madre, RAM, circuiti stampati), accumulale e portale a un centro di raccolta RAEE. Chiedi dei prezzi e scoprirai che il tuo impegno ha una controparte economica, anche modesta.
Quarto: accetti che il vero beneficio non è diventare ricco, ma partecipare a una filiera che riduce danni ambientali, recupera risorse scarse e contribuisce all’economia circolare.
Prima di buttare il prossimo dispositivo, guardalo come una piccola miniera urbana. Non serve estrarre l’oro da solo: basta metterlo nelle mani giuste perché non vada sprecato. Quel gesto, moltiplicato per milioni di persone, fa la differenza.




