È curioso come una semplice ricerca sul valore dei 2 euro di San Marino del 2004 possa trasformarsi in un piccolo viaggio nel mondo della numismatica, soprattutto quando ci si trova davanti a un pezzo che, nonostante il suo aspetto comune, nasconde una storia affascinante e un valore molto superiore a quello inciso sul metallo.
Un’emissione nata per celebrare un grande studioso
Questa moneta dedicata a Bartolomeo Borghesi sembra quasi raccontare, da sola, l’importanza dello studioso a cui rende omaggio. Non capita spesso che un’emissione da 2 euro abbia una tiratura così bassa: circa 110.000 esemplari, un numero minuscolo rispetto ai milioni prodotti dalle normali zecche europee. Forse è proprio questo contrasto a far scattare quella scintilla di curiosità che, a chiunque collezioni monete, è tanto familiare.
Borghesi, storico e numismatico italiano, ha lasciato un’impronta profonda negli studi sulle antiche iscrizioni. Il suo volto compare sul dritto della moneta, inciso con grande precisione, accompagnato dalla scritta con il suo nome, dalla lettera R della Zecca di Roma e dalle iniziali dell’incisore. Gli elementi grafici sono sobri ma eleganti, e forse è proprio questa sobrietà a renderli così facilmente riconoscibili.
Quanto può valere davvero oggi
Parlare del valore di una moneta simile significa muoversi tra passione e mercato. È uno di quei casi in cui si sente la distanza tra valore nominale e valore reale. Oggi questo pezzo può essere venduto normalmente per 130-200 euro, una cifra che tende a mantenersi piuttosto stabile, sostenuta dalla rarità e dalla domanda costante tra i collezionisti.
Il prezzo però non è fisso: cambia, fluttua, si assesta. Molto dipende dallo stato di conservazione, un fattore che chi colleziona impara presto a riconoscere come cruciale. Una moneta in FDC – fior di conio, priva di segni e con la lucidità originale – può facilmente avvicinarsi alla parte alta della valutazione, e in qualche caso superarla leggermente. Al contrario, segni di usura evidenti possono abbassarne la quotazione.
Come riconoscere un esemplare autentico e ben conservato
Quando si ha tra le mani un pezzo del genere, la prima cosa che si nota è la cura dei dettagli. Anche senza strumenti professionali, alcuni aspetti si possono valutare a colpo d’occhio:
- nitidezza del busto di Borghesi
- presenza integra delle 12 stelle del bordo, simbolo dell’Unione Europea
- contorni netti delle lettere e dell’anno
- assenza di graffi profondi o abrasioni
Se invece si vuole fare una valutazione più rigorosa, gli esperti consigliano una buona lente, una luce diretta e una superficie neutra su cui appoggiarla. Non serve essere professionisti: serve solo un po’ di pazienza e l’occhio allenato alla differenza tra un segno del conio e un segno del tempo.
Perché è così ricercata
Una tiratura limitata, un personaggio storico di rilievo, un paese emittente come San Marino che da sempre attira i collezionisti, e soprattutto una domanda che continua nel tempo: questi sono gli ingredienti che rendono questa moneta una piccola protagonista nel mondo delle commemorative.
C’è poi un elemento meno tecnico ma molto umano: la sensazione di avere tra le mani un oggetto che non si trova facilmente. Chi colleziona sa quanto questo “fattore rarità” possa trasformare un semplice pezzo metallico in un oggetto dal valore quasi emozionale.
Vale la pena conservarla?
Se ci si ritrova in casa questa moneta, magari lasciata da un parente o arrivata per caso in una vecchia collezione, la risposta è decisamente sì. Anche chi non è appassionato potrebbe considerarla un piccolo investimento, dato che la sua disponibilità non aumenterà e la domanda, finora, non ha mostrato segni di calo.
In fondo, il bello delle monete commemorative è proprio questo: raccontano una storia, attraversano il tempo e, ogni tanto, riescono persino a sorprendere il loro proprietario. Ed è anche grazie a collezioni come queste che il mondo della numismatica continua ad affascinare generazioni di curiosi e appassionati.




