Francobollo GNR 1944: attenzione a questo esemplare, falsificato ma molto prezioso

Quando senti parlare di francobollo GNR 1944, la reazione istintiva è una sola: attenzione. Perché qui il paradosso è reale, è un esemplare falsificato, eppure può essere davvero molto prezioso. È una di quelle storie che in filatelia fanno battere il cuore, perché ti costringono a guardare oltre l’etichetta “vero o falso” e a chiederti cosa renda, sul serio, un pezzo desiderabile.

Che cos’è il 25 centesimi G.N.R. (Sassone F491) e perché crea confusione

Il protagonista è il 25 centesimi G.N.R. del 1944, catalogato come Sassone F491. La sua particolarità è netta: il francobollo base è originale, proviene dalla serie “Imperiale” usata nella Repubblica Sociale Italiana (RSI), ma la soprastampa “G.N.R.” risulta non autentica.

Questa combinazione, originale sotto e “taroccato” sopra, è esattamente ciò che lo rende intrigante. Non stai guardando un falso moderno creato dal nulla, stai guardando una modifica storicamente collocabile, con tratti ricorrenti e studiata da specialisti.

Il contesto storico che spiega tutto (e rende la storia credibile)

La serie G.N.R. nasce ufficialmente dall’idea di sovrastampare francobolli della serie Imperiale, inizialmente su iniziativa della Guardia Nazionale Repubblicana prima a Genova e poi a Verona, con autorizzazione postale. La data di riferimento per l’emissione è il 20 dicembre 1943.

Poi arriva un passaggio decisivo: i francobolli Imperiale vengono messi fuori corso il 15 marzo 1944. Ed è qui che la vicenda diventa concreta, quasi inevitabile. Se hai scorte di valori Imperiale che stanno per perdere validità, una soprastampa “giusta al momento giusto” può sembrare una scorciatoia per:

  • recuperare materiale ormai inutilizzabile,
  • spingerlo sul mercato filatelico con una “variante” appetibile,
  • creare oggetti che, proprio perché fuori dagli standard, finiscono per attirare gli specialisti.

Il dettaglio che tradisce la soprastampa (e che devi cercare)

Sul 25 centesimi, la soprastampa “G.N.R.” non corrisponde a quella regolare. Gli studi attribuiscono la matrice a una soprastampa usata su cartoline postali da 30 centesimi, in inchiostro nero. E c’è un segno che torna, come una firma involontaria.

Il segnale più citato dagli esperti

  • un puntino nero costante in prossimità della L, tra la B e la L della parola “REPUBBLICA”.

È il classico dettaglio che, quando lo vedi una volta, poi non riesci più a “non vederlo”. E dà un senso di solidità all’analisi: non stiamo parlando di impressioni vaghe, ma di una caratteristica ripetibile.

Quindi è falso, ma perché vale?

Qui sta la parte che sorprende sempre chi si avvicina per la prima volta: alcuni falsi storici diventano collezionabili proprio perché sono:

  • rari,
  • riconoscibili,
  • inseriti in un contesto documentato,
  • desiderati da chi costruisce collezioni specialistiche RSI e G.N.R.

In altre parole, il valore non nasce dal “trucco” in sé, ma dal fatto che quel trucco è diventato un fenomeno filatelico. Esistono lotti di serie G.N.R. con varietà e certificazioni che raggiungono cifre importanti, e non è insolito vedere vendite nell’ordine delle centinaia di euro per insiemi ben presentati e periziati.

Il “fratello fantasma”: il 75 centesimi

A rendere il tutto ancora più affascinante c’è anche un caso limite: un falso del 75 centesimi, descritto come rarissimo, con segnalazioni estremamente ridotte. Si parla persino di un solo esemplare noto usato a Genova il 24 marzo 1944. È uno di quei dettagli che accendono la caccia dello specialista, perché spostano la ricerca dal “comune” al “quasi leggendario”.

Come muoverti se pensi di averne uno

Se ti capita tra le mani un 25 centesimi sospetto, il modo migliore per non farti illusioni (o per confermarle) è seguire una routine semplice:

  1. Controlla con lente e buona luce la soprastampa e cerca il puntino nero.
  2. Verifica che il francobollo base Imperiale sia coerente per carta, stampa e dentellatura.
  3. Non fidarti solo delle foto online, punta a un certificato o a una perizia riconosciuta.

Perché sì, è un falso, ma nel modo giusto può essere esattamente quel tipo di falso che i collezionisti inseguono con ostinazione. E quando succede, la differenza la fa sempre una cosa sola: i dettagli.

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