Francobollo 20 lire Siracusana fluorescente: il dettaglio invisibile che lo rende prezioso

C’è qualcosa di irresistibile nell’idea che un oggetto comunissimo, come un francobollo da 20 lire Siracusana, possa nascondere un dettaglio invisibile capace di trasformarlo in una piccola “caccia al tesoro”. E qui il punto è proprio questo: la versione fluorescente del 1968 sembra identica a quella che tanti hanno visto su lettere e cartoline, ma sotto la luce giusta cambia tutto, e quel cambiamento, giallastro o candido, è ciò che oggi può renderlo davvero prezioso.

Che cos’è il 20 lire Siracusana fluorescente (Sassone 1071FA)

Parliamo della variante riemessa il 20 febbraio 1968, catalogata come Sassone 1071FA. A colpo d’occhio è il classico Siracusana da 20 lire, ma in realtà appartiene a una tiratura con due “segnali” da intenditori:

  • Carta fluorescente, visibile solo con luce ultravioletta.
  • Vignetta leggermente ridotta, un ritocco quasi impercettibile se non fai un confronto diretto.

Il fascino, almeno per me, sta nel fatto che non è un francobollo “urlato”: non si impone, non brilla da solo, ti costringe a verificare.

Il dettaglio invisibile: la fluorescenza sotto UV

La fluorescenza è il vero spartiacque. Se punti una lampada UV sulla carta, l’esemplare autentico “risponde” con una luminescenza giallastra oppure candida, a seconda della specifica resa della carta e della tiratura.

Questa reazione non è un trucco moderno, è una traccia concreta di processi produttivi di quegli anni. In pratica:

  • la carta è stata trattata per risultare fluorescente,
  • anche la gomma arabica usata per la tiratura del 1968 contribuisce alla resa complessiva.

E qui arriva il punto che rende tutto così interessante: è un’autenticazione “fisica”. Non è un’opinione, non è un’impressione a occhio, è un comportamento misurabile.

La vignetta più piccola: il ritocco che noti solo quando lo cerchi

L’altra caratteristica è la vignetta modificata, appena più piccola rispetto alla versione precedente. Da sola non basta, perché senza confronto rischi di immaginartela. Ma quando metti due esemplari vicini, quello con vignetta ridotta ha un equilibrio leggermente diverso, come una fotografia tagliata di un millimetro.

In un controllo serio, la combinazione dei due elementi è ciò che conta:

  1. confronto della vignetta con un esemplare noto,
  2. verifica della fluorescenza sotto UV.

Uso postale: un francobollo “da lavoro” rimasto in circolazione a lungo

Questo 20 lire non era un pezzo celebrativo, era un francobollo pratico, usato davvero. È rimasto valido fino al 4 gennaio 1988, quindi quasi vent’anni di vita postale.

Tra gli impieghi più tipici c’era la tariffa per stampe estere da 20 lire nel periodo 1965-1974. Questo aspetto, paradossalmente, aumenta l’interesse collezionistico: se un francobollo è stato usato tanto, trovarlo oggi integro, con gomma originale e fluorescenza uniforme, diventa più difficile di quanto si pensi.

Varietà e bobine: dove la rarità inizia a farsi sentire

Sono segnalate diverse varietà (almeno quattro), ma la parte più “calda” del mercato riguarda gli esemplari in bobina. Qui la disponibilità cala, e le valutazioni possono salire in modo sensibile.

In particolare:

  • strisce da bobina possono arrivare a circa 380 euro (a seconda di qualità e domanda),
  • le bobine complete da 1000 non sono comuni, e quando compaiono attirano attenzione perché raccontano la storia della distribuzione e dell’uso.

Perché può valere tanto, anche se non nasce rarissimo

La preziosità non deriva solo da una tiratura minuscola. Qui il motore è diverso: è la certezza dell’identificazione. Un Siracusana “normale” è facile da confondere, quello fluorescente invece ha un test semplice e decisivo.

Ecco cosa pesa davvero sul valore:

  • fluorescenza netta e omogenea,
  • gomma originale integra (senza linguella, senza disturbi evidenti),
  • centratura e freschezza,
  • provenienza (serie, striscia, bobina),
  • eventuale certificazione.

È lo stesso principio che trovi spesso in filatelia: la differenza economica nasce dove un dettaglio tecnico separa ciò che “sembra” uguale da ciò che è verificabile.

Il caso discusso: vignetta piccola ma “non fluorescente”

C’è poi una questione che circola tra appassionati: una versione con vignetta piccola che appare non fluorescente. Se esiste davvero come variante costante e non come semplice errore di verifica (lampada UV debole, condizioni della carta, contaminazioni, interpretazione), potrebbe essere una piccola rarità.

Ma qui la prudenza è tutto. La strada sensata è:

  • ripetere la prova con UV affidabile,
  • confrontare con esemplari sicuramente fluorescente,
  • valutare una perizia se l’esemplare “stona” davvero.

Come riconoscerlo in modo pratico (senza farsi ingannare)

  • Usa una lampada UV di buona qualità e osserva la carta su fondo neutro.
  • Controlla che la fluorescenza sia coerente (non solo macchie casuali).
  • Confronta la vignetta con un 20 lire non modificato.
  • Valuta lo stato della gomma: spesso è lì che si perde valore.

Alla fine, il “dettaglio invisibile” non è solo un effetto speciale, è una firma tecnica del 1968. E quando la trovi, chiara, uniforme, in un esemplare ben conservato, capisci subito perché questo Siracusana può smettere di essere un francobollo qualunque e diventare un pezzo che tutti vogliono.

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