Quando in famiglia arriva un’eredità e spunta un libretto postale, spesso la domanda è una sola, semplice e urgente: come procedere per il rimborso? La sensazione è quella di avere tra le mani qualcosa di concreto, ma bloccato, come una chiave senza serratura. La buona notizia è che la procedura è chiara, la parte “faticosa” sta nel mettere insieme i documenti giusti e presentarli nell’ordine corretto.
Cosa significa “rimborso” del libretto in caso di eredità
Il rimborso del libretto postale è la liquidazione delle somme presenti sul libretto intestato al defunto, a favore degli eredi. Non è un prelievo “normale”, perché Poste deve prima verificare chi ha diritto e in che quota.
Qui entra in gioco la successione, cioè l’insieme di regole e passaggi che trasferiscono i beni del defunto agli eredi (in termini pratici, è la cornice che sblocca i soldi).
La documentazione che serve davvero (e perché)
Il punto è arrivare allo sportello senza “pezzi mancanti”. Anche un solo documento assente può far ripartire tutto da capo, con settimane di attesa.
In genere servono:
- Certificato di morte del titolare del libretto.
- Dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dal decesso, oppure documentazione di esonero se applicabile.
- Documento d’identità (e spesso codice fiscale) di tutti gli eredi.
- Estratto conto del libretto (o dati del libretto) per identificare rapporto e saldo.
Vale la pena controllare con attenzione un dettaglio: per patrimoni e importi rilevanti (ad esempio oltre certe soglie) possono applicarsi regole più stringenti, mentre in altri casi possono esserci semplificazioni. Se avete dubbi, chiedere prima evita un “vi manca un foglio” che pesa più di quanto dovrebbe.
La procedura passo-passo, senza zone grigie
Nella pratica, funziona così:
- Raccogliete i documenti: fate una cartellina unica, con originali e copie.
- Presentate la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate (o verificate se rientrate in un caso di esonero).
- Andate all’ufficio postale dove il libretto è stato aperto, portando tutta la documentazione.
- Compilate il modulo di richiesta di rimborso: qui si indicano dati del libretto, elenco eredi, quote (se già definite) e modalità di liquidazione.
- Attendete la verifica interna: una volta approvata, Poste procede al pagamento, spesso tramite bonifico o altra modalità indicata.
Un dettaglio che sorprende molti: il modulo può anche essere presentato da un solo erede, ma al momento della liquidazione può essere richiesta una quietanza congiunta, cioè l’accordo firmato da tutti, salvo casi specifici.
Il nodo più delicato: libretti cointestati
Qui si entra nel terreno dove nascono più fraintendimenti, quindi conviene essere molto concreti.
Se il libretto è cointestato con firma disgiunta (pari facoltà di rimborso)
Per libretti cointestati aperti dopo il 2002, il cointestatario superstite ha diritto, almeno, al 50% del saldo, e Poste deve consentire il rimborso di quella quota anche se gli eredi fanno opposizione, a meno che non esista un provvedimento giudiziario formale che blocchi l’operazione.
In altre parole, la regola pratica è: firma disgiunta significa che il superstite non resta “congelato” per definizione, almeno per la sua metà.
Se il libretto cointestato è più vecchio (prima del 2002)
Le regole storicamente sono state diverse e le opposizioni degli eredi possono incidere di più sull’operatività. In questi casi conviene prepararsi a tempi più lunghi e, se serve, chiedere consulenza per inquadrare bene la posizione di ciascuno.
Come evitare ritardi: piccole accortezze che fanno la differenza
Ho visto pratiche scorrere lisce solo perché qualcuno ha fatto due controlli “banali” prima di andare allo sportello. Ecco i più utili:
- Verificate che i documenti degli eredi siano validi (scadenze, dati leggibili).
- Portate un elenco scritto con nomi, codici fiscali e quote ereditarie, se disponibili.
- Chiedete in anticipo se serve prenotazione o se l’ufficio è abilitato a gestire la pratica.
- Se emergono conflitti tra eredi, valutate subito una strada ordinata, perché una contestazione può bloccare tutto.
Il punto finale: cosa aspettarsi e quando si sblocca davvero
La risposta alla domanda “come procedere per il rimborso” è questa: serve dimostrare in modo tracciabile chi siete, qual è il rapporto e che la successione è stata gestita correttamente. Una volta consegnato tutto, la tempistica dipende dalle verifiche, ma l’iter non è misterioso.
E se c’è un libretto cointestato, ricordatevi questa bussola: firma disgiunta, spesso, significa accesso più diretto almeno alla quota del superstite, salvo interventi del giudice.




