Se stai già pensando al Bonus mobili ed elettrodomestici 2026, probabilmente hai in testa la scena più comune di tutte: lavori in casa che sembrano non finire mai, preventivi che si sommano e quella domanda che torna ogni sera, “almeno qualcosa lo recupero?”. La buona notizia è che la detrazione esiste davvero, ed è una di quelle leve fiscali che, se usata bene, può alleggerire parecchio l’ansia da spesa.
Qui trovi una spiegazione concreta, passo passo, per capire come ottenere la detrazione, cosa comprare, come pagare e cosa conservare.
Che cos’è e quanto puoi recuperare davvero
Il Bonus 2026 ti permette una detrazione IRPEF del 50% sulle spese per mobili e grandi elettrodomestici nuovi, a patto che siano collegati a una ristrutturazione edilizia.
Punti chiave, senza giri di parole:
- Tetto di spesa: generalmente 5.000 euro (conta la spesa complessiva agevolabile).
- Quanto rientra: il 50% di quel tetto, quindi fino a 2.500 euro di detrazione.
- Come lo recuperi: in 10 quote annuali di pari importo nella dichiarazione dei redditi.
In pratica, se spendi 5.000 euro, ti ritrovi con circa 250 euro l’anno di detrazione per dieci anni.
Il requisito che fa la differenza: la ristrutturazione “agganciata”
Questo è il punto dove molti inciampano. Il Bonus non è un buono sconto generico per arredare casa: devi avere un intervento che rientra nel perimetro della detrazione per ristrutturazione.
Cosa significa, in modo semplice: l’acquisto di arredi ed elettrodomestici deve essere collegato a lavori sull’immobile, per esempio interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazioni, lavori più strutturati rispetto alla semplice tinteggiatura.
Non serve che il mobile sia “necessario” al lavoro, serve che l’acquisto sia legato a un intervento agevolabile sullo stesso immobile.
Cosa puoi comprare: mobili e grandi elettrodomestici
Qui la regola è chiara, ma i dettagli contano.
Mobili ammessi
Sono in genere agevolabili i mobili nuovi, come:
- letti, armadi, cassettiere
- divani, poltrone
- tavoli, sedie, librerie
- mobili bagno, credenze
Elettrodomestici ammessi
Parliamo di grandi elettrodomestici nuovi, spesso con requisiti minimi di efficienza energetica. Di solito rientrano:
- frigoriferi e congelatori
- lavatrici, lavasciuga, asciugatrici
- lavastoviglie
- forni
Sulle classi energetiche minime, negli ultimi aggiornamenti circolano soglie diverse a seconda della categoria (e in base a come vengono recepite nelle istruzioni annuali). Il consiglio più pratico è: prima di acquistare, verifica l’etichetta energetica e controlla il requisito aggiornato, perché può cambiare.
Una parola che ti conviene tenere a mente, quando confronti i modelli, è efficienza energetica, perché è spesso il discrimine tra “ok detrazione” e “spesa fuori bonus”.
Spese incluse: non solo il prezzo in etichetta
Oltre al costo del bene, di norma rientrano anche spese accessorie come:
- trasporto
- montaggio
- installazione (quando documentata e collegata all’acquisto)
Qui la differenza la fa la documentazione: se è in fattura o comunque tracciabile e riferita a quell’acquisto, è più semplice gestirla.
Come pagare: tracciabilità, sempre
Per non perdere il beneficio, la parola d’ordine è pagamento tracciabile. In generale, sono utilizzati:
- bonifico
- carta di credito o debito
- altri strumenti che lasciano una prova verificabile
Evita pagamenti che non permettono di ricostruire con chiarezza importo, data, intestatario e beneficiario.
Documenti da conservare: la mini-checklist salva-sonno
Metti tutto in una cartellina, digitale o fisica, e non ci pensi più:
- fatture o scontrini parlanti (con descrizione del bene)
- ricevute del pagamento tracciabile
- documenti che provano la ristrutturazione (pratica edilizia, comunicazioni, fatture lavori, bonifici dei lavori se previsti)
- dati per inserire la detrazione in dichiarazione (per le 10 rate)
Attenzione a non confonderlo con il “voucher rottamazione”
Esiste anche un incentivo diverso, spesso chiamato “bonus elettrodomestici” o voucher con rottamazione, che funziona come sconto immediato fino a una percentuale del prezzo, con massimali che possono variare e spesso legati all’ISEE. È una misura distinta e non sempre confermata allo stesso modo: non darlo per scontato quando pianifichi gli acquisti.
Il percorso più semplice per ottenere la detrazione (senza sorprese)
- Verifica che i lavori rientrino nella ristrutturazione agevolabile.
- Compra solo beni nuovi destinati all’immobile ristrutturato.
- Controlla la classe energetica minima dell’elettrodomestico.
- Paga con metodo tracciabile.
- Conserva tutto e inserisci la spesa in dichiarazione per ottenere la detrazione in 10 anni.
Se segui questa sequenza, il Bonus 2026 smette di sembrare una giungla di regole e diventa, finalmente, una strategia concreta per spendere meglio.




