Se hai un libretto postale “messo nel cassetto” da anni, questa è una di quelle cose che vale la pena controllare subito, anche solo per togliersi un dubbio. I libretti postali dormienti esistono davvero e, quando scattano certe condizioni, partono tempi precisi: se non ti muovi entro la finestra prevista, il libretto viene estinto e i soldi escono dall’orbita di Poste.
Quando un libretto diventa “dormiente” (e perché succede)
Un libretto rientra nella categoria dei depositi dormienti quando:
- non viene movimentato dal titolare per oltre 10 anni
- non ci sono blocchi operativi (ad esempio vincoli che impediscono operazioni)
- il saldo è superiore a 100 euro
Quella soglia dei 10 anni può trarre in inganno perché molti pensano: “Ma io lo tengo solo come salvadanaio”. Il punto è proprio questo: se non fai nessuna operazione, per la normativa il rapporto si considera inattivo e viene avviata una procedura standard.
Come Poste li individua e come te lo comunica
Poste Italiane non lo fa “a caso” e non lo fa ogni giorno. Identifica i libretti a rischio tre volte l’anno, con rilevazioni al:
- 31 marzo
- 31 agosto
- 31 dicembre
Dopo la rilevazione, pubblica degli elenchi provinciali (visibili negli uffici postali) e un file PDF nazionale sul sito. Per ragioni di privacy non trovi nomi e cognomi, trovi solo i numeri di libretto.
Poi arriva il passaggio più importante: Poste invia una comunicazione all’indirizzo disponibile del titolare. Se quella lettera ti arriva, è il segnale che sei dentro la finestra decisiva.
La scadenza vera: i famosi 180 giorni
Qui si gioca tutto. Da quando scatta la procedura, Poste concede 180 giorni per fare qualcosa. E “qualcosa” non significa per forza prelevare o versare chissà cosa: basta un’azione che dimostri che il libretto è vivo.
Le strade tipiche sono:
- una movimentazione (anche minima)
- l’estinzione volontaria del libretto
- una dichiarazione di volontà a mantenerlo aperto (effettuabile in ufficio postale)
Se i 180 giorni passano senza interventi, il libretto viene estinto d’ufficio e il saldo viene trasferito a Consap, che lo destina al Fondo per le vittime delle frodi finanziarie.
“Entro quando vanno riscossi”, quindi?
Non esiste un’unica data uguale per tutti, ed è qui che molti si confondono. Il termine dipende da due momenti:
- la data di pubblicazione dell’elenco in cui finisce il tuo libretto
- la data della comunicazione che Poste invia al titolare
Per capirci, in alcuni casi documentati, libretti rilevati in una certa finestra hanno avuto scadenze specifiche (per esempio, rilevati al 31 marzo 2022 con termine al 20 ottobre 2022). Quindi la risposta concreta è: devi fare riferimento al tuo termine indicato nella lettera oppure verificare quando il tuo numero compare nell’elenco.
Come controllare subito senza impazzire
Se vuoi fare un check rapido, ti conviene procedere così:
- cerca gli elenchi sul sito di Poste Italiane oppure chiedi in ufficio postale nella tua provincia
- se hai ricevuto una lettera, non rimandare: il countdown è già partito
- se non trovi la lettera ma sospetti di aver cambiato indirizzo, verifica comunque con l’ufficio postale
Piccola regola pratica: se un libretto è fermo da anni, una semplice operazione fatta per tempo può essere la mossa più veloce per “metterlo in sicurezza”.
E se i soldi sono già finiti a Consap?
Qui arriva la parte che spesso tranquillizza: anche dopo il trasferimento, i titolari o gli eredi possono chiedere il rimborso a Consap presentando domanda, seguendo la procedura prevista.
Esiste poi una particolarità storica: per i libretti legati a crediti in vecchia moneta (superiori a 1.000 lire), viene citata una prescrizione trentennale per l’Amministrazione Poste (richiamata dall’art. 168 del Codice Postale). È un dettaglio che riguarda casi specifici, ma è utile sapere che non tutto si comporta nello stesso modo.
La cornice normativa in due righe (senza tecnicismi)
La disciplina sui dormienti nasce per gestire rapporti inattivi e tutelare il sistema, ed è legata a norme come il D.Lgs. 209/2005 e il DPR 116/2007. In pratica, l’idea è: se un deposito resta fermo troppo a lungo, viene “ricondotto” a un canale pubblico, salvo poi consentire al legittimo titolare di richiederlo.
Se vuoi fissare in mente una sola cosa, è questa: i libretti postali dormienti non si “perdono” da un giorno all’altro, ma hanno una finestra precisa, quei 180 giorni, che conviene non sprecare. Perché a volte basta una piccola azione, fatta in tempo, per evitare un percorso molto più lungo dopo. E, quando si parla di risparmi dimenticati, la parte più difficile non è recuperare i soldi, è ricordarsi che esistono. Un tema che rientra a pieno titolo nei depositi e nelle loro regole di gestione.




