Se stai cercando di capire davvero il Bonus affitto 2026, probabilmente hai già quella sensazione familiare, il canone che pesa ogni mese e l’ansia di perderti l’unica finestra utile. La verità è che non esiste un “bonus” unico e uguale per tutti, esiste un mosaico di agevolazioni per inquilini che cambiano in base a ISEE, età, lavoro, famiglia e perfino alla distanza da cui ti sei trasferito. La buona notizia è che, se metti in fila i requisiti giusti, la domanda diventa molto più semplice.
Prima cosa da sapere: non è un bonus universale
Quando si parla di Bonus affitto 2026 si intende un insieme di strumenti diversi, tra cui:
- Contributi a fondo perduto erogati da Comuni o misure nazionali quando rifinanziate (spesso con risorse limitate).
- Detrazioni IRPEF per l’affitto nella dichiarazione dei redditi.
- Agevolazioni “in busta paga” per categorie specifiche (ad esempio lavoratori neo-assunti che si trasferiscono).
- In alcuni casi, integrazioni collegate a misure di sostegno più ampie, dove l’affitto incide sul calcolo del beneficio.
La differenza pratica è questa: alcune misure richiedono una domanda su piattaforma, altre si ottengono solo compilando bene la dichiarazione, altre ancora passano dal datore di lavoro.
Requisiti più comuni per famiglie e inquilini “generici”
Qui si gioca la partita più frequente, quella di chi è semplicemente in affitto, con un reddito normale e il bisogno di alleggerire la spesa.
I requisiti che ricorrono più spesso sono:
- ISEE entro una soglia che, in molti casi, ruota intorno ai 20.000 euro (ma può scendere, ad esempio intorno a 10.140 euro, in alcune varianti legate a fragilità, minori o specifiche misure locali).
- Residenza nell’immobile (o nel Comune dell’immobile) secondo quanto richiesto dal bando.
- Contratto di locazione registrato all’Agenzia delle Entrate (senza questo, di solito, non si parte neppure).
- Cittadinanza italiana oppure titolo di soggiorno regolare.
- Documentazione completa del nucleo.
In pratica, è un controllo di coerenza: se l’affitto è “vero”, registrato, e la situazione economica rientra, allora hai una chance concreta.
Documenti da preparare (prima che escano i bandi)
Se vuoi arrivare pronto, prepara una cartellina, anche digitale, con:
- Attestazione ISEE 2026 in corso di validità.
- Copia del contratto d’affitto registrato e ricevuta di registrazione (o estremi).
- Documento d’identità e codice fiscale dei componenti del nucleo.
- Certificato o autocertificazione di residenza (secondo canale richiesto).
- Eventuali documenti su disabilità, numero figli, separazione, ecc., se utili a maggiorazioni.
Bonus affitto 2026 per giovani: la detrazione che spesso si sottovaluta
Per i giovani tra 20 e 31 anni non compiuti, esiste una detrazione dedicata, con requisiti di reddito che si collocano intorno ai 15.493,71-15.934,71 euro (soglia da verificare nelle conferme ufficiali 2026).
Come funziona in concreto:
- detrazione IRPEF di 991,60 euro, che può salire fino a 2.000 euro se il 20% del canone annuo supera 991,60 euro,
- vale per i primi 4 anni,
- se il contratto è cointestato, la detrazione è pro-quota.
Qui il trucco è non “dimenticarsela” nella dichiarazione: è uno di quei benefici che non arrivano se non li chiedi tu.
Neo-assunti e trasferimento: quando il bonus passa dalla busta paga
C’è poi una casistica molto specifica ma potentissima: chi è stato assunto a tempo indeterminato nel 2025, con reddito 2024 fino a 35.000 euro, e ha cambiato residenza spostandosi di oltre 100 km.
In questo caso può scattare un’agevolazione fino a 5.000 euro annui, gestita come esenzione/benefit in busta paga tramite datore di lavoro (qui contano le regole operative e la corretta comunicazione interna).
Importi: quanto puoi ottenere davvero
Gli importi cambiano molto in base alla misura, ma le grandezze più citate sono:
- fino a 1.000 euro per contributi una tantum in alcuni bandi,
- detrazioni “base” in dichiarazione spesso tra 150 e 300 euro per categorie standard,
- fino a 2.000 euro per giovani in determinate condizioni,
- fino a 5.000 euro per lavoratori neo-assunti che si trasferiscono.
Come fare domanda (senza perdersi)
Il percorso dipende dal tipo di agevolazione:
- Contributi/bandi locali o nazionali: domanda su portali dedicati (spesso Comune o enti collegati), con allegati e protocollazione.
- Detrazioni: si richiedono nella dichiarazione dei redditi, seguendo le regole fiscali e conservando i documenti.
- Misure da lavoro: si attivano tramite datore di lavoro, con documentazione su assunzione e trasferimento.
Un consiglio molto pratico: quando aprono le finestre, invia subito. Le risorse possono essere limitate e, spesso, chi arriva prima ha più probabilità di rientrare.
Il punto chiave: verifica ogni anno soglie e regole
Nel 2026 le soglie ISEE e i dettagli operativi possono cambiare con leggi e circolari. Il modo più sicuro per non farsi scappare nulla è tenere d’occhio le comunicazioni ufficiali e capire come la tua situazione si incastra nel quadro delle politiche di welfare.
Quando metti insieme contratto registrato, ISEE aggiornato e canale corretto di richiesta, il Bonus affitto 2026 smette di essere un mistero e diventa una strategia concreta per respirare un po’, mese dopo mese.




